IL TERRITORIO
tra i REGI LAGNI ed il LAGO PATRIA
Per la scarsa pendenza nelle zone costiere, la Campania è stata in passato una regione ricca di acquitrini e paludi, ma la maggior parte di queste zone umide è stata bonificata a partire dal XVI secolo, ed in modo particolare nel secolo scorso. All'epoca in cui il viceré Don Pedro di Toledo avviò le opere di bonifica, in provincia di Napoli esisteva infatti una vastissima distesa paludosa che da Nola e Aversa giungeva fino al mare ed era originata dallo scorrimento lento del fiume Clanio e delle sue ramificazioni secondarie.
Uno dei tratti terminali del fiume Clanio era il fiume Literno, responsabile della formazione del Lago Patria, che rappresenta oggi l'ultima testimonianza delle antiche paludi e dell'antica idrografia, per il resto quasi completamente cancellata: lo stesso fiume Literno scorre oggi dodici chilometri più a nord della sua sede naturale, e la massa d'acqua che formava le aree palustri è incanalata in un sistema di canali irrigui che mantiene ancor oggi il nome di Regi Lagni, a ricordo della realizzazione in epoca borbonica.
Le paludi erano comunque abitate, come dimostrano le rovine dell'antica città di Liternum, posta sulla riva sud-occidentale del Lago Patria, all'epoca chiamato Literna palus. Rimane controversa l'etimologia dell'attuale nome "Patria'', che secondo alcuni potrebbe derivare dalla celebre iscrizione Ingrata Patria, ne ossa quidem mea habes, fatta risalire a Valerio Massimo.
La fascia litorale domiziana posta all'altezza del Lago Patria costituisce la pineta di Licola, ma in realtà l'area è molto più estesa ed interessa parte del litorale meridionale della provincia di Caserta, fino alla foce dei Regi Lagni; il tratto casertano costituisce la Riserva Naturale Statale di Castelvolturno, gestita dal Corpo Forestale dello Stato. Nel comune di Castel Volturno alla sinistra del fiume Volturno ed in prossimità della sua foce, sorge l'oasi di Castelvolturno, detta anche Riserva naturale dei Variconi, uno stagno salmastro habitat naturale di molte specie di uccelli. È una zona umida di notevole valore naturalistico secondo il WWF, proprio per questo motivo dalla metà degli anni ottanta è stata istituita la Riserva naturale foce del Volturno.
PAESAGGIO
Il luogo conserva ancora
elementi paesaggistici e naturalistici degni di nota: si osservano vaste distese
prative, adibite a
pascolo bufalino, ed
il territorio delle campagne, sebbene il paesaggio
sia interrotto da superstrade sopraelevate e costruzioni di ogni tipo, è
composto ancora da pascoli ben conservati, piccoli specchi d'acqua, canali, e
piccoli canneti, da cui spuntano all'improvviso uccelli acquatici, o in cui
saltano a decine rane, raganelle e rospi.
Sul versante orientale, in direzione del mare, una volta oltre passata la strada si accede alla macchia retrodunale di Licola e Pinetamare, e quindi alla spiaggia.
Al Lago Patria, esemplari di eucaliptus si rinvengono lungo la strada circumlacuale, ed interessante è l 'avifauna dello specchio d'acqua, che costituisce già dal 1978 un'Oasi di Protezione della Fauna, dopo che il CNR lo segnalò come biotopo italiano di particolare interesse naturalistico per la fauna e la flora di acqua salmastra.
I Regi Lagni sono degli ampi canali in cui scorrono acque utilizzate per l'irrigazione della fertile piana, che nel corso della seconda metà del ventesimo secolo ha subito, purtroppo, una forte aggressione ambientale, con una sequenza infinita di opere pubbliche che ne hanno cementificato gli argini naturali. Infine la pineta di Licola è un area pianeggiante con un dislivello di appena 9 metri dal mare, che rappresenta un'alternanza di rilievi dunali intercalati da depressioni interdunali; le dune sabbiose sono state formate dai depositi alluvionali del Fiume Volturno e dei canali dei Regi Lagni.
La vicinanza con il mare comporta una discreta esposizione ai venti e prolungati periodi di siccità. La pineta è interrotta in più punti da strade di com unica zio ne tra la S.S. Domiziana e i lidi balneari, e dai canali irrigui che sfociano a mare, inoltre ha subito e subisce ancora forti aggressioni ambientali ad opera dell'uomo; all'interno della Pineta e in alcuni tratti dunali si trovano ancora esempi di buona conservazione del paesaggio vegetale costiero, soprattutto per quanto riguarda l'ecosistema delle dune.
Le lagune retrodunali di Licola e Varcaturo, a quote comprese tra O e 2 m , hanno come substrato pedo genetico depositi vulcano clastici di colmata, presentano una tessitura moderatamente fine e sono calcarei, con reazione moderata mente alcalina . L'uso agricolo prevalente di questi suoli, che hanno profondità utile alle radici moderata e sono facilmente lavorabili, è l'orticoltura protetta e di pieno campo.
Il territorio in prossimità del Lago Patria , costituito da sedimenti palustri a tessitura fine, rappresenta un substrato ideale per la caratteristica destinazione a pascolo bufalino .
FLORA E VEGETAZIONE
La vegetazione del Lago Patria è essenzialmente limitata a pochi lembi occupati da specie ripariali, mentre lungo le rive dei Regi Lagni cresce anche vegetazione acquatica, rappresentata per lo più da canneti e, nell 'acqua dei canali, dalla piccola felce e dalla lenticchia d 'acqua.
Degna di nota è la vegetazione della pineta, composta soprattutto da alberi di pino domestico, pino marittimo e pino d 'Aleppo; associati a questi si possono rinvenire anche esemplari di eucaliptus e leccio. A sud la pineta lascia il posto a un querceto allagato che, insieme ai giunchi e ai canneti, costituisce un residuo della romana Silva Gallinaria, ed è particolarmente interessante da visitare per farsi un'idea, anche se parziale, della ricca vegetazione dell'intera area prima delle vaste opere di bonifica del passato .
La vegetazione dunale si presenta alquanto rigogliosa e ben conservata, al punto da poter rappresentare in alcuni tratti un ottimo laboratorio all'aperto per lo studio della vegetazione delle dune mediterranee. Vi si trovano soprattutto piante di lentisco, corbezzolo, mirto, e varie specie di fillerea; a queste si associano rosmarino, alatemo, ivartetica, assenzio arboreo e l'erba stracciabrache, una sorta di liana mediterranea particolarmente spinosa, da cui il caratteristico nome. Negli strati più bassi si rinvengono varie specie di cisto e il raro pungitopo. Nella macchia retrostante si osservano esemplari di leccio e ginepro contorti dal vento.
Nelle zone in cui la pineta è più aperta, ma soprattutto nella lecceta e nelle zone di transizione, si rinviene un interessante sottobosco formato da molte specie, tra cui aro, asparago, biancospino, caprifoglio, edera, favagello, felce aquilina, finocchio marino, iperico, malva, pastinaca, piantaggine, porcellana, rosolaccio, sambuco, senecio selvatico, tamaro; gradevolissime, inoltre, le fioriture primaverili di varie specie di orchidee.
Procedendo, infine, verso la spiaggia si
incontrano le associazioni vegetali tipiche dei litorali sabbiosi, che
però, come in altri litorali italiani, sono fortemente
ridotte e spesso sovrapposte per l'intenso sfruttamento turistico della costa.
Il Cakiletum, l'Agropyretum e
l'Ammophiletum - questo il nome delle
tre associazioni vegetali - sono rappresentati da ravastrello ·marino, detto
anche ruchetta di mare, finocchio di
mare, soldanella, dal delicato fiore rosa, euforbia delle spiagge, dai fusti
sottili sdraiati sulla sabbia, sparto pungente e giglio delle sabbie, dallo
splendido fiore bianco.
FAUNA
La collocazione del Lago Patria in una delle aree a maggiore densità venatoria della Campania ha comportato che, nel recente passato, si siano registrati fenomeni di bracconaggio di una certa gravità, che sono fortunatamente andati scemando nel tempo.
Lentamente, nel corso di questi anni si è andata quindi ricomponendo una comunità di uccelli acquatici di nuovo consistente nel numero di individui e nella diversità di specie: sullo specchio d 'acqua svernano soprattutto folaghe , che si raggruppano in stormi di centinaia di individui al centro del lago e sono dunque facilmente osservabili da alcuni piazzali di sosta posti nel tratto meridionale della strada perimetrale.
Alle folaghe si associano anatre di varie specie, per lo più germani reali, alzavole, fischioni, codoni, mestoloni, moriglioni e morette, nonché svassi maggiori, svassi piccoli e tuffetti, tutti in abito invernale. Gabbiani comuni, gabbiani reali e beccapesci sor volano continuamente lo specchio d'acqua, al pari dei cormorani, che però sono presenti solo con pochi individui, probabilmente perché non trovano un numero sufficiente di posatoi.
Sulle rive, e più ancora nelle piccole pozze e nelle vasche presenti tra i pascoli e i campi, si posano aironi cenerini, garzette, nitticore, sgarze ciuffetto, tarabusini (questi ultimi soprattutto tra le canne che crescono sui tratti di sponde non cementificate dei Regi Lagni), piro-piro picco li.
Tra i passeriformi è comune la ballerina bianca, dal portamento particolarmente elegante e gradevole, per effetto dei movimenti ritmati della lunga coda bianca e nera. Sui prati si osservano allodole, cappellacce, fringuelli, verdoni, cardellini e lucherini, e si ascoltano i versi ritmati del beccamoschino e quelli "grattati" dello strillozzo. Una discreta diversità avifaunistica si osserva anche nel periodo della migrazione primaverile, allorquando i prati allagati intorno al lago ospitano varie specie di limicoli, quali gambecchi, piovanelli, combattenti, pittime reali, ecc. Sul lago transitano le marzaiole, anatre che migra no molto precocemente, mentre gli alberi e i campi della piana sono sorvolati dalla gran massa di passeriformi migratori trans-sahariani che si dirigono rapidamente verso i quartieri riproduttivi. Una ricchezza avifaunistica minore si ha invece nel passo autunnale di ritorno, quando è soprattutto il gruppo dei fimicoli ad essere presente in gran numero; povera e di scarso interesse è la situazione in estate, quando il lago non ospita quasi nessun a specie di uccelli e nelle aree intorno nidificano le sole specie tipiche dell'ambiente mediterraneo: merlo, occhiocotto, capinera, usignolo di fiume, scricciolo, verzellino, verdone, cardellino, ecc.
Per quanto riguarda gli altri vertebrati, va riportato come nel 1980 fu segnalata nelle acque del lago la presenza d i esemplari di del lago, sarebbe utile operare ricerche per confermarne o meno la presenza.
Lungo gli argini sopraelevati di quei canali dei Regi Lagni che conservano rive ricoperte di vegetazione è possibile fare piacevoli passeggiate naturalistiche, osservando anche in questo caso molte specie di uccelli, soprattutto nel periodo invernale e primaverile. La vegetazione acquatica consente la presenza della gallinella d'acqua, un piccolo rallide dalle abitudini molto schive che frequenta, per l'appunto, il canneto, e di numerosi piccoli passeriformi canori come usignolo di fiume, occhiocotto, capinera, pettirosso, verzellino, migliarino di palude.
Nell'acqua dei canali, oltre ai continui tuffi delle rane, è possi bile osservare anche esemplari di rospi comuni, raganelle e bisce dal collare. Un tempo veniva segnalata anche la presenza della testuggine palustre, ora probabilmente estinta. Le vasche d'acqua rinvenibili nelle campagne circostanti hanno, di recente, assunto un ruolo di primaria im portanza per l'ornitologia campana, in seguito all 'osservazione di alcune interessanti nidificazioni, come quelle del cavaliere d 'Italia e della pernice di mare. Molte di que ste vasche sono ricavate artificia lmente per essere impiegate quale appostamento fisso per la caccia agli anatidi che vi si posano.
A caccia chiusa, di recente si sono osservati sulle rive il transito e la sosta di specie rare per la Campania come il mignattaio e la spatola.
Le ampie distese prative sono popolate da grosse mandrie di bufali al pascolo, e tra queste è stato osservato di recente l'airone guardabuoi, un piccolo ardeide di origine indo-africana che nel corso del ventesimo secolo si è reso protagonista di uno straordinario processo espansivo che lo ha portato a colonizzare le Americhe, l'Oceania e l'Europa.
La comunità dei mammiferi presenta solo volpi, donnole, faine, micromammiferi tipici delle aree agricole, e chirotteri, nonché gatti e cani selvatici.
La Pineta di Licola ospita una ricca comunità di invertebrati, tra cui varie specie di insetti tipiche della vegetazione mediterranea: carabidi, odonati e lepidotteri di un certo interesse naturalistico si rinvengono tra la vegetazione. Tra le farfalle, in particolare, sono stati osservati il macaone, la vanessa del cardo e la vanessa atalanta; è frequente di notte anche la sfinge testa di morto, grossa farfalla notturna che presenta sul dorso una vistosa macchia a forma di teschio.
Tra i vertebrati, gli anfibi sono presenti con la rana verde, la raganella e il rospo comune, mentre più ricchi di specie sono invece i rettili, presenti - per quanto riguarda i sauri - con il ramarro, la lucertola campestre, il geco e l'emidattilo verrucoso, ed il biacco, il cervone, la biscia dal collare e la vipera comune per quanto riguarda i serpenti; va precisato però che la vipera comune è rara ed è davvero difficile incontrarla . A queste specie, sempre per quanto riguarda i rettili, potrebbe aggiungersi la presenza della rara testuggine comune, sicuramente presente nelle pinete litoranee poste più a nord.
Moltissime specie di uccelli frequentano la zona nelle varie stagioni dell'anno, distribuendosi a seconda delle loro preferenze ambientali nella battigia, nella macchia o nella pineta.
Dalla spiaggia, in inverno, è possibile osservare con un buon binocolo molti uccelli marini : gabbiani reali, gabbiani comuni e gabbiani corallini, che, insieme a beccapesci, fraticelli e sterne comuni, volano a bassa quota per catturare pesci, soprattutto cefali, come fanno anche, ma con tecniche di caccia diverse, i cormorani e le sule.
Sull'acqua si posano spesso gruppi di anatre di varie specie, come. fischioni, codoni, alzavole, germani reali, mestoloni, moriglioni, morette: tra queste si possono scorgere anche svassi maggiori e svassi piccoli. Agli inizi della primavera a mare si possono osservare le marzaiole, anatre migratrici il cui nome indica anche il principale periodo di transito, e in volo si può scorgere il volo rapido dei mignattini, piccole sterne di colore scuro.
Sulla battigia si muovono freneticamente, alla continua ricerca del cibo, varie specie di limicoli, più frequenti nel periodo primaverile: gambecchi, piovanelli, piro-piro piccoli, pettegole, pantane, combattenti, corrieri piccoli, corrieri grossi e fratini. Nel mese di marzo può capitare di osservare anche le belle ed eleganti beccacce di mare, poco frequenti in Campania.
La macchia mediterranea è il regno dei piccoli passeriformi canori; in inverno sono molto comuni pettirossi, lui piccoli, passere scopaiole, tordi, lucherini e fiorrancini, oltre alle varie specie di residenti: occhiocotto, capinera, cinciallegra, scricciolo, usignolo di fiume, beccamoschino, cardellino, verdone, verzellino, .fringuello, passera mattugia, merlo e zigolo nero. In primavera le specie svernanti sono sostituite dall' usignolo, la sterpazzolina e l'averla piccola, mentre ai passeriformi si associano colombacci, beccacce e torcicolli in inverno, upupe e tortore in estate.
Nella pineta trovano rifugio poche specie, per lo più forestali, come la capinera, alcuni fringillidi e la cinciallegra. La gazza sfrutta la pineta come rifugio e luogo di nidificazione, spostandosi poi nei campi per alimentarsi. Sono poco frequenti invece i rapaci, che soffrono della forte antropizzazione che circonda l'area; in primavera transitano per lo più gheppi e falchi di palude. Più frequenti e vari invece i rapaci notturni come la civetta, il barbagianni, l 'assiolo, il gufo di palude ed il gufo comune. Le foci dei canali, piuttosto pescose, attirano, oltre agli onnipresenti gabbiani, anche aironi cenerini, garzette e nitticore. Nelle zone allagate della Silva Gallinaria e nei tratti ripariali dei canali in cui si sono conservate rive naturali è presente la gallinella d'acqua. In primavera, durante la migrazione si possono osservare upupe, cuculi, quaglie, rigogoli, gruccioni, averle capirosse, sterpazzole, balie nere, codirossi, e tante al tre specie.
La teriofauna comprende la volpe, abbastanza comune, il riccio, la talpa, la donnola e la
faina, varie specie di chirotteri, tra
cui anche miniotteri, e di
micromammiferi , la cui frequenza è testimoniata dall'alto numero di tane
rinvenibili. Da confermare la
presenza della lepre e del coniglio selvatico, frutto di lanci a scopo venatorio
eseguiti dall'Amministrazione provinciale nei primi anni '80.